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Fiagop - Testimonianze - genitori - ex pazienti - Graziano Ciano Marani

Un tempo di vita - Testimonianza di Graziano Ciano Marani

Ex paziente del Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di S. Orsola di Bologna, volontario e socio Ageop Ricerca.
Sono entrato in ospedale con la leucemia a 7 anni che ero un bambino, ne sono uscito a 18 che ero quasi un uomo.
Sono stati anni di forti cambiamenti. Muovevo i primi passi verso l’indipendenza, cercavo la mia identità attraverso nuove scoperte e passioni diverse. Avevo sogni, desideri e progetti, come qualsiasi ragazzo della mia età, ma che il cancro faceva sembrare difficili da raggiungere.
La mia non era solo una lotta contro il cancro, ma era guerra per rimettere al centro della vita me stesso. Io non volevo essere la mia malattia. Per questo ho portato tra i letti d’ospedale i miei interessi e ho costruito tante amicizie, che durano ancora oggi.
Se avessi lasciato a casa le mie passioni, se avessi sospeso la mia vita durante il periodo di cura, non sarei venuto a contatto con tante opportunità che mi si sono presentate e che mi avrebbero portato poi a collaborare con Freak Antoni e Alessandro Bergonzoni, oppure a essere pubblicato sull’Enciclopedia Universale della Battuta.
Ho potuto girare il mondo grazie alle amicizie che ho coltivato in ospedale. E non solo: ho partecipato a convegni grazie ai quali sono venuto in contatto con tante realtà diverse, esperienze e progetti sempre nuovi. L’esperienza di lotta contro il cancro non si esaurisce in sé, non è effimera. Ti accompagna nella vita, nei suoi lati negativi, come in quelli positivi. Può trasmettere l’energia giusta per aiutare chi viene dopo di te con idee sempre nuove e stimolanti, che vengono anche dall’avvicinarsi ad altre persone, che come me, hanno affrontato questo momento di lotta.
Sono conscio della fortuna e della responsabilità che comporta il mio poter esser qui a raccontare oggi. La battaglia contro la malattia si affronta insieme, se sono qui non è certo perché io sia stato più coraggioso di chi oggi purtroppo non c’è, ma la mia forza deriva proprio dal fatto che sono qui anche per loro, certo che sarebbe stato lo stesso a parti invertite.
Ma è per questi motivi che la mia riflessione vorrebbe esser ancor più profonda, se non possiamo avere la certezza di guarire, possiamo però cercare e trovare la forza di valorizzare tutto il nostro tempo, mentre si prendono cura di noi, per cercare di guarirci, è oggi grazie alla ricerca è una sempre più concreta possibilità, insieme possiamo vincere il ricatto della malattia.
È per queste ragioni che voglio che i ragazzi di oggi colgano a pieno tutte le opportunità che gli si possono presentare in questi mesi di cura. Perché possano continuare a confrontarsi con i loro coetanei, portando storie di un tempo di vita vissuta, di esperienze straordinarie, che si realizzano anche attraverso i progetti che Ageop porta avanti grazie all’aiuto di molti che capiscono quanto sia importante il lavoro che dal 1982 realizza nel reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola Malpighi.
Bisogna fare in modo che tutti i ragazzi in cura abbiano pari opportunità di portare avanti i propri interessi, o di scoprirne di nuovi. Perché il cancro non è ciò che ti definisce. Sono le tue passioni, la tua identità, le esperienze.

Graziano Ciano Marani

Digitalvis

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